Recipienti per il vino: dall'antichità ad oggi..

Recipienti per il vino: dall'antichità ad oggi..

Apr 04, 2022

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Ilaria Rosa

Nell'antichità, per produrre il vino, erano impiegati come recipienti vasche di pietra e otri di pelle; successivamente, una volta pronto per essere consumato il vino veniva conservato e trasportato in anfore, recipienti di terracotta, orci e giare. Questi, erano recipienti capienti e molto pesanti, ma al tempo stesso anche molto fragili e ad alto rischio di crepature durante il trasporto. Quest'ultimo come si potrà ben immaginare avveniva per la maggiore su carri e poiché essi avevano ruote di legno, era facile che ad ogni piccola buca e asperità del terreno sobbalzassero rischiando di danneggiare il carico.

Antiche anfore utilizzate per trasportare il vino

Per raggiungere i mercati più lontani, i contenitori utilizzati maggiormente erano le giare; esse venivano caricate sulle navi, e ben sigillate, sistemate nelle stive su "letti" di paglia e sabbia. Successivamente, si ritiene che le popolazioni celtiche dei Galli che abitavano vicino alle foreste, erano abili mastri carpentieri e realizzarono appositi contenitori in legno per trasportare il vino. Le botti vennero poi utilizzate in larga scala a partire dal 600 a.C. Le doghe erano costituite da legno di larice e abete sapientemente piegate a cerchio e chiuse ad incastro, mentre gli anelli posti a chiusura erano fatti di noce e salice. Per chiudere gli interstizi tra le doghe, usavano della pece da loro stessi prodotta nei forni con la resina degli abeti rossi.

Prime botti di legno per vino

Ora passiamo alla scoperta di un altro fantastico materiale unico ed inimitabile, ancora oggi largamente utilizzato, adatto alla conservazione e alla mescita del vino: il vetro. Nasce nel III Millennio a.C. ad opera dei fenici, i primi che individuarono le giuste sostanze da fondere ad altissima temperatura e che iniziarono a lavorare il vetro soffiato. Soffiando all'interno di una lunga canna con all'estremità una bolla incandescente, inizialmente riuscirono a creare soprattutto oggetti utili e pratici per la vita di tutti i giorni: fiaschette, ampolle, bottiglie e vasi di ogni forma e colore.

Primi ritrovamenti di bottiglia di vetro

Furono però gli egizi a portare la produzione del vetro ad un rapido progresso evolutivo ed espansivo. Tenendo segrete le procedure di fusione, essi crearono artefatti colorati e vasi decorati con vetro di qualità particolarmente trasparente e lucente, esportati in tutto il Medio Oriente.

Nel 1651, in Inghilterra nasce quella che oggi possiamo definire la "vera" bottiglia da vino, realizzata in cristallo al piombo e in cristallo di Boemia potassico. In questo modo venne risolto il problema della conservazione e stoccaggio del vino, ma ne risentì a suo discapito il volume; ciò perché le bottiglie venivano fabbricate singolarmente ed avendo esse capienze diverse, vi erano difficoltà con il pagamento relativo al contenuto Furono gli inglesi stessi a trovare rimedio a questo problema, inventando una bottiglia soffiata realizzata in stampi di legno per avere così la stessa capacità di contenuto. La bottiglia creata, era pesante e robusta, a forma di palla con la base leggermente rientrante per garantire una migliore stabilità. Aveva inoltre un anello rinforzato sotto l'imboccatura a cui si legava uno spago per bloccare il tappo.

Nel tempo, la forma e la robustezza delle bottiglie furono più e più volte riviste, subendo numerose trasformazioni ed evoluzioni allo scopo di trovare la conformazione perfetta per ogni tipologia di vino. Di seguito vedremo quali sono le tipologie di bottiglie più utilizzate, la loro conformazione e le loro denominazioni; il tutto però dopo aver visto i nomi delle parti che compongono la bottiglia.

Parti della bottiglia

La tipologia di bottiglia di vetro più diffusa è la bordolese, di colore scuro per i vini rossi, mentre in versione verde chiaro o trasparente per i bianchi.

Bordolese

Nella zona delle Langhe in Piemonte, e più precisamente dalla città di Alba, trae origine l'albeisa una bottiglia che richiede una colorazione scura del vetro e ciò per favorire l'invecchiamento.

Albeisa

 

Per i grandi vini della Borgogna troviamo la borgognotta, contraddistinta da colore verde e una forma più panciuta e con spalla più bassa rispetto alle tradizionali.

Borgognotta

Spumanti e champagne trovano una collocazione perfetta nella champagnotta, una tipologia di bottiglia che poiché deve sopportare 7/8 atmosfere, necessita di una parte centrale più rigonfia.

Borgognotta

Utilizzata per vini particolarmente liquorosi come ad esempio lo sherry o il porto, da cui da quest'ultimo deriva appunto il suo nome, troviamo la versione denominata porto. Questa bottiglia ha una spalla piuttosto pronunciata e il colore del vetro presenta tonalità diverse che vanno dal verde al marrone, a seconda della tipologia contenuta.

Porto

Vi è poi la renana, il cui nome deriva dalla zona del Reno, una bottiglia molto utilizzata per i vini bianchi, caratterizzata dal classico colore verde e dalla forma alta e affusolata.

Renana

Infine, tipica del verdicchio, abbiamo l'anfora; essa ha la base pronunciata, il corpo sagomato, la spalla molto inclinata e il collo corto.

Anfora

Qualunque sia la sua forma e il colore, il vetro ha la capacità di mantenere inalterato il gusto del vino e le sue caratteristiche organolettiche, e risulta ancora oggi il miglior contenitore utilizzato per un prodotto così speciale e delicato come il vino.


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