La Storia Del Vino In 5 Minuti
Jan 17, 2022
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Le origini del vino, che tutti sappiamo essere una bevanda che deriva dal prodotto della fermentazione alcolica degli zuccheri contenuti nel mosto d'uva, risalgono agli albori dell'umanità, alla Preistoria.
Si presume infatti che l'uomo primitivo raccogliesse grappoli d'uva spontanei, e che questi lasciati pochi giorni dopo la raccolta in un qualsiasi contenitore, iniziassero il processo di fermentazione. Il succo derivato fu subito apprezzato per il suo sapore dolce e zuccherino, tanto che da quel momento i nostri antenati iniziarono una raccolta regolare e stagionale delle uve.
La pratica "vera e propria" della viticoltura risale però all'epoca delle prime civiltà e in particolare agli Antichi Egizi nel 3000 a.C. Gli egizi erano soliti rappresentare scene di vita quotidiana nelle tombe, e tra queste vi erano appunto rappresentazioni del momento della vendemmia. Numerose sono le testimonianze geroglifiche che lo attestano. Tra tutte, è celebre la pittura di una tomba tebana risalente al periodo compreso tra il 1552 ed il 1306 a.C., dove sono rappresentati due contadini che raccolgono grappoli d’uva da una pergola.
Fu però nell'Antica Grecia che si definirono le basi per trasformare la viticoltura in un’attività vera e propria e da cui ancora oggi deriva gran parte della moderna cultura vinicola. La tecnica della vinificazione era molto simile a quella usata fino a poco tempo fa e prevedeva la raccolta e la pigiatura dei grappoli, la torchiatura dei raspi e la fermentazione del mosto in grandi vasche che venivano lasciate dischiuse fino al termine del processo.
Il risultato era una bevanda simile ad uno sciroppo molto densa e liquorosa, che in occasione di banchetti veniva abbondantemente diluita, mentre era servita pura solo per le cerimonie e i riti dedicati agli dei e al dio Dioniso, la divinità della baldoria e del vino.
L'impero Romano, sfruttando l’esperienza dei Greci, ebbe un grande impatto sullo sviluppo della coltura della vite e dell'enologia; migliorò infatti le tecniche di viticoltura, la qualità del vino, introdusse nuove pratiche di potatura delle viti e di cura del terreno, oltre a sperimentare per primi l’invecchiamento dello stesso. La coltivazione delle vigne divenne una precisa attività commerciale e il vino entrò a far parte integrante della vita e la dieta romana.
Sono due i tipi di vino diffusi in epoca romana: il vinum doliare, ovvero quello consumato o venduto subito, e il vinum amphorarium, quello di qualità maggiore che prima di essere venduto veniva travasato in grandi anfore nelle quali venivano effettuati una serie di trattamenti mirati alla corretta conservazione del vino. Le anfore rivolte alla vendita venivano poi sigillate con tappi di sughero e pece o argilla, e in seguito collocate nelle celle vinarie.
Fu il cristianesimo nel periodo del Medioevo che contribuì in maniera determinante al rafforzamento del valore attribuito al vino, grazie principalmente alla liturgia dell'eucaristia e la sua successiva espansione nel mondo. Se prima il vino era quasi sempre allungato con acqua e spesso aromatizzato con erbe per renderlo più gradevole, è proprio nell'epoca medioevale che prende forma il vino che più somiglia a quello che ancora oggi consumiamo.
Il vino, considerato dagli antichi Greci il “nettare degli dei” abbiamo visto fosse strettamente legato al culto di Dioniso; nell’Antico Testamento è scritto che Noè porto sull’Arca una pianta di vite e la piantò dopo il diluvio universale, in segno di rinascita; nel Cristianesimo viene invece identificato con il sangue di Cristo e considerato un simbolo di redenzione.
In conclusione, l'evoluzione del vino nella storia fino ai giorni nostri, dimostra come origini, tradizione, necessità, religione e innovazione abbiano spesso unito le forze per dare vita ad un prodotto di sempre maggiore qualità di cui ancora oggi possiamo goderne.