Alla riscoperta del Cococciola

Alla riscoperta del Cococciola

Jul 20, 2022

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Ilaria Rosa

Quando si parla di vini abruzzesi è ricorrente il pensiero a Montepulciano e Trebbiano, le due DOC più famose prodotte in questa regione. Tuttavia, la produzione vinicola italiana, vanta una grande varietà di vini poco conosciuti, prodotti da vitigni autoctoni che sono delle vere e proprie perle enologiche.

A tal proposito oggi parleremo del Cococciola che è appunto un vitigno autoctono abruzzese a bacca bianca, riscoperto negli ultimi anni, profondamente legato a valori e tradizioni, come quello della transumanza. E' proprio quest'ultima che gli ha permesso di espandersi, fino al nord della Puglia. 


Il Cococciola è un ottimo vino che stupisce e delizia il palato; è giusto pensare, che in un futuro non lontano, la viticoltura abruzzese si possa basare anche sulla produzione di questo vitigno raro. Esso mostra di avere un carattere molto versatile, come quello dei grandi vitigni a bacca bianca, che favoriscono anche la spumantizzazione. L’origine del nome è piuttosto incerto, a seconda della zona, sono diverse le affermazioni e ipotesi a tal riguardo. Per molti deriverebbe da “chicocce”, che nel dialetto abruzzese significherebbe zucche o zucchine, per le particolari striature tipiche dell’acino che ricorderebbero appunto quelle della verdura. Un’altra ipotesi riporta alla "coccia”, ovvero “guscio” o “scorza”, che si riferirebbe alla buccia spessa dell’acino. Oppure potrebbe derivare da “coccione”, cioè “testone” o “dalla testa grande”, facendo sempre riferimento alle caratteristiche dell’acino che è di misura più grande. Infine, alcuni agricoltori e viticoltori della zona, farebbero derivare il nome dal rumore della pigiatura di queste specifiche uve.


Fino a poco tempo fa il vino prodotto con questo antico vitigno veniva soltanto utilizzato come vino da taglio per il Trebbiano d’Abruzzo, per aumentarne l’acidità. E' stato grazie al lavoro ed alla passione di tanti vitivinicoltori e produttori che fortunatamente, è stata riscoperta la Cococciola e valorizzata per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche, dove spicca per grado alcolico naturale e per la giusta acidità. I vini prodotti vinificando le uve di questo fantastico vitigno in purezza sono davvero fantastici e immediatamente riconoscibili. Così tanto meritevoli da ottenere il marchio IGT “Terre di Chieti Cococciola” e soprattutto il DOC “Abruzzo Cococciola DOC”, nel 2010.


Come già accennato, la Cococciola è un vitigno robusto e vigoroso, con un acino di grandi dimensioni e dalla buccia spessa; una volta che le uve sono giunte a completa maturazione compaiono delle caratteristiche striature marroni molto evidenti. Questa varietà sorprendentemente produttiva, non era utilizzata in assemblaggio al Trebbiano d'Abruzzo solo per incrementarne l’acidità, ma soprattutto per aumentarne il quantitativo nella produzione. La superficie dei terreni vitati a Cococciola sono di circa 900 ettari, e si trovano in alcune zone del teatino-frentana, in provincia di Chieti. La conformazione del territorio, ma anche le perfette condizioni climatiche, con la considerevole escursione termica diurna - notturna, favoriscono un'ottimale maturazione delle uve medio-tardive. Grazie alla giusta combinazione tra questi fattori e alle tecniche colturali ed enologiche utilizzate, in particolare quella del sistema di allevamento a pergola abruzzese, si riescono a produrre ottimi vini con forti elementi tipici distintivi, che identificano in maniera inequivocabile i vini prodotti con questo forte vitigno.
La Cococciola in produzione deve essere presente per almeno l’85% delle uve complessive, il 60% per lo spumante.


Nel calice i vini fermi sfoggiano un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati. Il profilo olfattivo è intrigante, è infatti definito da sentori floreali ed erbacei mescolati a piacevoli aromi fruttati, ma le più particolari sono le note agrumate che sono il risultato dell’ampia gamma di “aromi varietali” delle uve di partenza. Il gusto spicca per la grande sapidità e freschezza, e la sua distintiva acidità che lo rende molto adatto alla produzione di spumanti, sia metodo classico che charmat dotati di grande finezza, piacevolezza e dell’immancabile freschezza. Questo vino speciale con la sua aromaticità e la sua grande freschezza, è ottimo con antipasti di mare e crudi di pesce, in particolare con il sushi, un abbinamento in cui i sapori del pesce vengono supportati da quelli del vino, senza alterarli. Un vino particolarmente indicato per un intero menù marinaro.
E ancora con formaggi freschi con tendenza dolce e con buona grassezza, come la mozzarella, perché la freschezza e l’acidità del vino sarà in grado di attenuare le sensazioni grasse del formaggio.


Ed ora non resta che gustare questo grande, antico, e allo stesso tempo nuovo, incredibile vino. 



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