L’affascinante storia del Brunello

L’affascinante storia del Brunello

Jun 27, 2022

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Ilaria Rosa

Il Brunelllo di Montalcino è il portabandiera d’eccezione della tradizione enologica italiana; un vino rosso rubino che viene prodotto nell’omonimo paese, frazione del comune di Sirmione in provincia di Siena, nella regione Toscana. I primi viticoltori locali pensavano che la tipologia del vitigno autoctono utilizzato per la sua produzione si chiamasse Brunello, ma dopo anni di studi controllati, nel 1879 la commissione Ampelografica Provinciale scopri che in realtà era un Sangiovese. Questa scoperta cambiò la designazione in “vino prodotto in purezza da uve Sangiovese 100% “.


L’esclusivo territorio di produzione del “Sangiovese grosso“ si trova a circa 40km a sud di Siena in una splendida cornice collinare con i fiumi Ombrone, Asso, e Orcia, che quasi delimitano quella vasta superficie che misura circa 250km quadrati. Quest’area al centro della Val d’Orcia dista 40 km dal mare e 100km dagli Appennini, ed è influenzata maggiormente da un clima mediterraneo che, tramite una ventilazione frequente e un clima tendenzialmente asciutto, evita gelate e brinate garantendo alle piante le migliori condizioni per lo stato sanitario.


Gli storici sostengono che l’antico paese di Montalcino fosse già celebre all’epoca Etrusca per la produzione del suo vino di qualità; e già nel Medioevo la data dell’inizio della vendemmia era regolamenta dagli statuti Comunali. Il primo vino prodotto localmente dai viticoltori era un bianco dolce chiamato moscadello, già noto anche ai tempi degli antichi romani. La sua fama crebbe in modo esponenziale grazie alla Via Franchigena, un’importante e antica strada di pellegrinaggio, un collegamento che partiva da Canterbury (Francia), passava per Roma e arrivava fino in Puglia dove i viandanti aspettavano le grandi navi che salpavano verso la Terrasanta.


Ben presto gli abitanti di Montalcino si resero conto che non erano solo i pellegrini a transitare sul loro territorio ma anche Papi, Cardinali, viaggiatori illustri, nobili, Imperatori e Regnanti, che facendo sosta nelle taverne iniziarono a gradire particolarmente il vino locale sviluppando un fiorente commercio. I flussi di passaggio erano composti da personaggi di ogni genere e ceto sociale: mercanti, vagabondi, soldati, avventurieri e scrittori, che attraversando la Val D’Orcia si ritrovavano a costeggiare i grandi vigneti e uliveti, un paesaggio descritto come ”un piccolo Paradiso in Terra“. Il moscadello divenne un vino apprezzato e raffinato, e fece la sua comparsa in tutte le più importanti corti d’Europa, in particolare quella d’Inghilterra per la mensa Reale. Tuttavia, verso la seconda metà dell’Ottocento, questo vino verrà gradualmente sostituito dal Brunello, un nuovo grande vino prodotto in purezza da uve Sangiovese e con tanti anni di invecchiamento. Lo sperimentatore della sua produzione fu Clemente Santi, un rinomato farmacista esperto in scienze naturali che a Firenze presentò le sue creazioni: due bottiglie di un vino rosso puro del 1852. Nel 1869 alla fiera di Montepulciano, Santi vinse due medaglie d’argento con due bottiglie del suo “vino rosso scelto del 1865“ (il Brunello), e nel giro di poco tempo tante famiglie locali seguirono il suo esempio ed incominciarono la produzione di quel "vino speciale".


Nel 1885 Ferruccio, il nipote di Clemente Santi, ereditò la tenuta di famiglia “Il Greppo“; ciò merito anche della sua grande passione per l’enologia e la viticoltura che aumentò di anno in anno nella lunga collaborazione con il nonno. Ferruccio sfidò ogni principio economico e tradizionale dell’epoca che imponeva di consumare il vino prodotto il prima possibile, e tra i Sangiovese selezionò un’uva austera e la usò per iniziare la produzione di un vino nuovo severo e asciutto, il primo “Brunello di Montalcino“.


Il figlio di Ferruccio, Tancredi Biondi Santi, venne inserito nella rivista americana “Wine Spectator“, e con una riserva del 1955 venne inserito nella lista dei 12 Migliori Vini del Novecento al mondo. Tancredi impresse un nuovo slancio alla produzione introducendo la pratica della ricolmatura delle riserve con vino della stessa annata; la prima volta successe nel 1927 per le riserve del 1888 e del 1891. Un altro grande condottiero della cantina "Il Greppo" fu Franco Biondi Santi, figlio di Tancredi, che condusse egregiamente l’azienda per ben 43 anni. La sua ultima grande produzione fu l’annata del 2012, la vendemmia iniziò il 10 Agosto, la vinificazione avvenne a temperatura controllata con svinatura a 15 giorni e 36 mesi di maturazione in botti di rovere di Slavonia. Biondi Santi è oggi un'azienda con quote di maggioranza, di proprietà di un gruppo Francese che ha comunque mantenuto alla guida di produzione delle cantine, il figlio di Franco, Jacopo e suo figlio Tancredi settima generazione di una grande famiglia.


A Montalcino dopo il grandissimo successo a livello mondiale sono nate innumerevoli cantine nelle quali hanno lavorato quasi tutti i migliori enologi, e molte aziende si sono fatte conoscere per la buona qualità dei loro prodotti. Alcune di queste cantine sono: Tenuta Col D’Orcia, la Palazzetta, la Serena, Pian delle vigne Antinori, Pieve Santa Restituta Gaja, Pieri Agostina, Le Potazzine, Fattoria dei Barbi, e Castello Banfi. Il Brunello di Montalcino è uno dei vini più longevi al mondo, esso può essere messo in commercio solo dopo 5 anni dalla vendemmia (6 anni se si tratta di riserva), di cui 2 di affinamento in botti di legno, e almeno 4 mesi in bottiglia.


Il Sangiovese grosso ha delle speciali caratteristiche, e se prodotto nelle migliori annate, nei migliori crismi è conservato nelle perfette condizioni ambientali, può invecchiare anche 50 anni, migliorando di anno in anno. Le operazioni dalla vinificazione all’imbottigliamento, in bottiglie di tipo bordolese di vetro scuro, devono essere fatte esclusivamente nella zona di produzione, e i tappi devono essere esclusivamente in sughero monopezzo. Questo vino di grande pregio, complessità e tradizione, va servito ad una temperatura compresa tra i 18°- 20° in un calice ampio e panciuto. E' sempre consigliato aprire la bottiglia un’ora prima della degustazione per permettere al suo bouquet armonioso di esprimersi al meglio; in molti consigliano l’uso del decanter.


Il suo colore è un rosso rubino, limpido, tendente al granato con l’invecchiamento, con un profilo cangiante e generoso. Al naso è elegante e intenso, presenta sentore di amarene, di frutta matura, vaniglia e cacao, che con l’invecchiamento diventa più intenso con sfumature di geranio, cuoio e spezie. Il sorso è asciutto, caldo e pulito, con gusto persistente, robusto ma armonico, la sua tannicità riserva una piacevole freschezza, che ricorda la frutta matura e i frutti di bosco.


Questo splendido vino dal profumo penetrante, di buona struttura e gradevolmente tannico, si abbina perfettamente con selvaggina da penna e da pelo, con carni rosse in generale anche accompagnate da tartufi o funghi, e trova ottimo l'abbinamento con formaggi stagionati. Il Brunello di Montalcino è un vino di grandissima longevità, scrigno di gusto ed eleganza, il suo successo oggi è sotto gli occhi di tutto il mondo come eccellenza dell’artigianalità vinicola italiana, ed è considerato da molti estimatori una vera e propria “opera d’arte“. Secondo la classifica della Coldiretti su dati Infoscan Census relativi all'anno concluso a Gennaio 2022, diffusa in occasione del Vinitaly, il Brunello di Montalcino si attesta saldamente tra i 10 vini italiani più venduti in Italia.


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