Dal tradizionale tappo di sughero all’elegante in vetro.

Dal tradizionale tappo di sughero all’elegante in vetro.

May 30, 2022

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Ilaria Rosa

Iniziando il nostro viaggio attraverso la storia dei tappi non possiamo di certo non nominare, seppur molto velocemente in questo articolo (sul nostro blog è  presente un intero scritto dedicato a questo prodotto), il sughero ovvero la materia prima di cui sono composti i tappi più utilizzati, soprattutto in Italia. Il sughero è il materiale per eccellenza, il più usato per tutti quei vini bianchi, rossi e complessi da invecchiamento, che richiedono una micro-ossigenazione per la loro evoluzione in bottiglia.

Lasciamo il sughero e parliamo di un'altra tipologia di tappo: il sintetico, costituito interamente da materiali di natura chimica: elastomeri e poliolefine. A queste due macro categorie si aggiungono degli agenti espandenti che permettono al tappo di avere l'elasticità adatta per essere introdotti nel collo della bottiglia. Gli elastomeri, composti anche da "butadiene e stirene", sono gomme sintetiche che assicurano la tenuta, senza compromettere la struttura interna del tappo.

In questo sistema di produzione di tappi sintetici abbiamo quello ad estrusione, in cui, le materie prime miscelate e sciolte, vengono trafilate attraverso un foro del diametro del prodotto finito. Dopo il raffreddamento, il composto viene tagliato, rettificato mediante la smussatura e lubrificato per agevolare l'entrata e l'uscita del tappo. Questo tipo di chiusura è ideale per vini giovani fermi o poco mossi, imbottigliati per un periodo limitato (dagli 8 ai 12 mesi).

Attorno al periodo risalente agli anni '50, risalgono invece le prime apparizioni del tappo a vite, anche detto sterling, una tipologia che utilizzata per chiudere i bottiglioni. La composizione di questi tappi non è più quella di una volta, oggi la struttura esterna, in alluminio, trattiene una guarnizione impermeabile isolante composta da un poliaccoppiato formato da tre strati: quello esterno è in polietilene espanso; quello interno si compone di una pellicola ad uso alimentare; ed infine l'intermedio è in stagno.

L'unico materiale ad entrare in contatto con il vino è la pellicola di resina sintetica assicurata al collo della bottiglia tramite la capsula filettata, garantendo dunque una totale assenza di contaminazioni esterne. Il tappo a vite era utilizzato prevalentemente già dagli anni '70 soprattutto in quei paesi dove procurarsi il sughero era difficoltoso anche se purtroppo, spesso era associato a vini di scarsa qualità. Recentemente, molti produttori hanno rivalutato le potenzialità di questa chiusura utilizzandola anche per le loro bottiglie di maggior pregio; questa tipologia risulta infatti un'ottima soluzione anche per vini da invecchiamento, ma non congeniale per gli amanti del cavatappi.

Albana di Romagna Secco IGT - Isola - prodotto dalla Cantina emiliana Balia di Zola è un vino capace di rappresentare molto bene le qualità che questa tipologia di tappo possiede. Un bianco che racchiude passione, competenza e tanta voglia di valorizzare, caratteristiche che guidano i proprietari di cantina Balia di Zola e che si riversano nei loro vini di grande qualità che si esprimono ad alti livelli e che oggi, sono sempre più affermati.

 

Il tappo a corona fu brevettato a Baltimora nel 1892 da William Painter, che poco dopo, fondò la Crown Cork An Seal Company un'azienda produttrice di tappi. Questo tappo è costituito da una capsula metallica dentellata che si aggrappa alla bocca della bottiglia (cercine) e, grazie ad una guarnizione in sughero che si trova sotto la parte metallica, assicura una tenuta stagna. Per bloccare la chiusure al cercine viene utilizzata una tappatrice manuale o meccanica. Nella seconda metà degli anni '60 in America vengono creati dei tappi a corona svitabili e, dopo qualche anno, anche la guarnizione di sughero verrà sostituita con quella di plastica. In combinazione a quest'ultimo, c'è la possibilità di applicare o meno, la bidule, ossia una sorta di otturatore in polietilene vergine (PVC free) che apporta una perfetta aderenza al collo della bottiglia.

Questo abbinamento offre diversi vantaggi, è infatti sempre più utilizzato nei processi di rifermentazione del metodo classico in bottiglia dove la bidule serve infatti a raccogliere le fecce e i lieviti esausti nelle bottiglie riposte a testa in giù; verrà poi eliminata dopo la sboccatura. La corona inoltre viene spesso molto impiegata come blocco aggiuntivo al tappo di sughero a vini fortemente gassosi e frizzanti, ma è nel mondo delle bibite gassate e le birre, che la sua invenzione ha apportato una vera e propria rivoluzione prolungando loro il ciclo di vita e garantendogli la massima tenuta di pressione e la migliore ermeticità.

Se siete curiosi di mettere alla provate questa tipologia di chiusura, vi suggeriamo di provare il Frizzante Bianco Ancestrale - Icaro prodotto dalla Cantina Rocca le Caminate. Un vino prodotto con il metodo ancestrale, una pratica che ha origini antichissime e veniva utilizzata generalmente nella zona dello Champagne; consiste in una leggera pressatura delle uve necessarie per l'estrazione dei lieviti indigeni presenti nella buccia dei grappoli, a cui segue una fermentazione in acciaio inox a temperature controllate; il vino così ottenuto gode di un gusto unico e una maggiore complessità organolettica.

 

Vediamo in ultimo, ma non per importanza, il tappo di vetro: ecologico, elegante, sterile e puro. Questo è stato brevettato da un'azienda della Repubblica Ceca e da tempo è entrato nell'imbottigliamento di molte aziende vinicole di spicco. Esso si compone di un corpo in vetro, un piccolo anello in silicone per garantire la tenuta e una capsula in alluminio a bloccare il tutto. E' stato definito un'ottima alternativa al sughero, sempre più difficile da reperire, però non è adatto a tutti i tipi di vino ma soltanto a quelli giovani che non devono evolversi in bottiglia.

Il tappo in vetro sembra avere un futuro di grande successo, soprattutto perché immune all'azione del tempo; unico ostacolo sembra però il costo non bassissimo del materiale, dell'impiantistica di imbottigliamento e anche la necessità di avere bottiglie speciali brevettate. Risulta molto apprezzato dai consumatori il fatto della semplicità di apertura e la possibilità di richiudere facilmente la bottiglia una volta aperto.

Clar Delune Rosato DOC Friuli Grave prodotto dalla Cantina Piera Martellozzo che veste appunto un'elegante tappo in vetro che dona classe e raffinatezza ad un vino nato in una notte di Aprile, quando fondatrice rimane estasiata e affascinata dalla grande Luna Rosa e decide di racchiudere le sue emozioni in uno straordinario vino dal colore rosato come l'astro celeste dal quale è rimasta letteralmente conquistata.

In conclusione, abbiamo visto come ogni tappo abbia i suoi pro e i suoi contro, resta dunque al produttore scegliere quale sia la soluzione migliore per il suo vino per esaltarlo al meglio.


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